ALLA LUCE DEL SOLE

2 Febbraio 2023

La luce del Sole è la più potente medicina che la Natura abbia messo, gratuitamente, a disposizione dell’uomo. La terapia solare, già intuita nell’antichità, è stata tuttavia trascurata per millenni dalla storia della medicina. L’essere umano è nato per vivere e dare il meglio di sé in un ambiente illuminato dal Sole, che attiva funzioni metaboliche ed endocrine del nostro organismo. Al pari dell’aria e dell’acqua, la luce è un elemento naturale che avvolge il nostro corpo, che ha bisogno di trascorrere la maggior parte del tempo all’aria aperta. Chi lavora e vive abitualmente in ambienti chiusi, illuminati artificialmente, dovrebbe utilizzare fonti luminose con una intensità di almeno 5.00O LUX, prodotta da luci “full spectrum” dotate di componenti UV-A e UV-B bilanciate. Solo così si potrà avere una fonte di luce equilibrata, con uno spettro continuo, una temperatura non troppo alta né troppo bassa e una capacità di riproduzione dei colori il più vicino possibile a quella della luce del sole. I raggi ultravioletti formano la parte invisibile dello spettro solare che si estende oltre il violetto, ossia l’ultimo colore dello spettro visibile dall’occhio umano. A causa dell’assorbimento da parte della ozonosfera, il 99% dei raggi ultravioletti che giungono sulla superficie terrestre è di tipo UV-A, poiché l’ozono trattiene la quasi totalità delle altre tipologie (UV-B e UV-C). La terapia con la luce, declinata nelle diverse emissioni di energia luminosa, viene largamente impiegata in tantissimi ambiti della medicina: dermatologia, odontostomatologia, ortopedia, psichiatria, e anche in oftalmologia. Nel nostro istituto la luce riveste un ruolo primario, ai diversi bisogni di cura corrispondono differenti trattamenti: la Femtolasik Luxâ per difetti visivi e presbiopia, il Crosslinking Osmotico Transepiteliale con ParaCelâ per il cheratocono e la PBM (PhotoBiomodulation) secondo il Lugano Protocol per le patologie retiniche degenerative. Soprattutto il sistema nervoso e quello endocrino ricevono attraverso la luce stimoli preziosissimi che ne regolano il corretto funzionamento. Segnali luminosi che raggiungono determinate regioni del cervello come l’ipotalamo, che regola la produzione di serotonina e cortisolo, e l’epifisi, coinvolta nella produzione della melatonina. In questo modo il sistema neuroendocrino mantiene la necessaria ciclicità e resta in salute. Se questa ciclicità viene a mancare, possono insorgere problematiche responsabili di sofferenza e scadimento della qualità della vita. Siamo convinti che i fotoni dispieghino il loro potere terapeutico non solo laddove vengono indirizzati (la cornea, la retina), ma che il forame pupillare costituisca una porta d’ingresso verso altre strutture del nostro organismo, tutte strettamente interconnesse attraverso il sistema cellulare. I fotoni quindi non solo entrano nell’occhio e lì esplicano la loro funzione curativa, ma comunicano con tutto l’organismo attraverso il sistema nervoso, producendo chimicamente le sostanze che ci interessano per lo stato generale di salute, la vita e per essere compatibili con la produzione cellulare dei biofotoni (il primo a provarne l’esistenza fu il fisico Prof. Fritz Albert Popp) responsabili del messaggio tra i diversi distretti del nostro corpo.