Cheratocono: bloccarlo senza chirurgia oggi è possibile

13 Giugno 2023

Tra le più diffuse patologie corneali degenerative c’è il cheratocono, una deformazione progressiva che porta la cornea a incurvarsi fino ad assumere una caratteristica forma conica. I problemi di vista che ne derivano hanno diverse implicazioni. Fortunatamente, in tempi recenti è nata una tecnica d’avanguardia che, senza ricorrere alla chirurgia invasiva, permette di rallentare e persino di bloccare il cheratocono.

cheratocono: bloccarlo senza chirurgia oggi è possibile

L’insorgenza di questa patologia avviene in età giovanile, spesso addirittura tra l’infanzia e la pubertà, ma può passare diverso tempo prima che venga diagnosticata dato che all’inizio i sintomi sono impercettibili: diventano evidenti quando la deformazione della cornea genera un astigmatismo irregolare, il più delle volte associato a miopia.

Che cos’è il cheratocono?

Il nome “cheratocono” deriva dall’unione delle parole “keratos” e “konos” e significa “cornea conica”. Indica una patologia oculare che può essere anche bilaterale (simmetrica o asimmetrica) e con tempi di insorgenza diversi, ovvero può manifestarsi prima in un occhio e poi nell’altro.

La causa dell’insorgere del cheratocono non è ancora nota. Tra le ipotesi avanzate ci sono:

  • la genetica (circa il 15% delle persone affette ha almeno un familiare con la medesima condizione, da cui l’idea di un cheratocono ereditario)
  • piccole lesioni alla cornea dovute a traumatismi come un prolungato sfregamento dell’occhio (per esempio in caso di allergie)
  • condizioni oculari preesistenti come alcuni tipi di retinopatie (per esempio retinite pigmentosa)
  • alcune malattie sistemiche (come l’amaurosi congenita di Leber o la sindrome di Ehlers-Danlos)

Il cheratocono progredisce lentamente: può impiegare anche dieci o venti anni prima di stabilizzarsi, bloccando spontaneamente la propria evoluzione. Nella maggior parte dei casi, però, la patologia crea uno sfiancamento in più punti della cornea, rendendo inutile l’utilizzo di occhiali o di lenti a contatto per la correzione della visione distorta.

Cheratocono: come si vede?

Nel caso in cui il cheratocono non sia già stato diagnosticato si può sospettare di esserne affetti quando si avvertono i seguenti sintomi:

  • Visione sfocata
  • Visione distorta
  • Aumento della sensibilità alla luce (fotofobia)
  • Bagliori improvvisi nel campo visivo
  • Offuscamento della vista
  • Doppia visione con un occhio chiuso (diplopia)
  • Acuità visiva compromessa a tutte le distanze
  • Visione notturna ridotta
  • Progressivo calo visivo (necessità di cambiare frequentemente gli occhiali)
  • Inefficacia correttiva delle lenti a contatto tradizionali

Cheratocono: cosa evitare?

Il primo passo per trattare il cheratocono è quello di correggere abitudini che portino a ogni possibile traumatismo continuato alla cornea, come per esempio il ripetuto sfregamento degli occhi o l’utilizzo prolungato di lenti a contatto.

In seguito si può valutare insieme a un oftalmologo esperto una soluzione per arrestare l’evoluzione della patologia: anche se non la si può infatti guarire, si può comunque rallentare o bloccare il cheratocono.

Cheratocono: come si cura?

La maggior parte delle procedure oggi effettuate nel mondo per bloccare il cheratocono prevede un tipo di intervento chirurgico tradizionale, ossia tramite l’utilizzo di ferri e taglienti. Rientrano per esempio in questa categoria:

  • Inserimento di anelli intrastromali – Con il laser si crea un microtunnel circolare all’interno della cornea. Nel canale ottenuto vengono alloggiati dei micro-anelli in materiale sintetico trasparente la cui forma e il cui profilo cambiano in base alla conformazione oculare del paziente. Gli anellini regolano la curvatura della cornea, migliorando la vista o consentendo al paziente di indossare lenti a contatto.
  • Trapianto di cornea – Nei casi più gravi di cheratocono è necessario ricorrere al trapianto di cornea. La tecnica più avanzata, chiamata Dalk (Deep Anterior Lamellar Keratoplasty) o Cheratoplastica Lamellare Anteriore Profonda, prevede la sostituzione solo degli strati corneali superiori. In questo modo si limitano i rischi di rigetto. È però un intervento molto impegnativo in quanto richiede di sostituire uno strato di cornea di mezzo millimetro di spessore lasciando intatta la parte sottostante di soli venti millesimi di millimetro.
  • Cross Linking “Epi-off” – La tecnica di Cross Linking di tipo “epi-off” prevede la rimozione manuale dell’epitelio corneale tramite abrasione della cornea. A questo seguono l’applicazione di riboflavina (vitamina B2) e l’esposizione a raggi UV-A (30 minuti per occhio) per fortificare i legami di collagene. Ciò rende la cornea più resistente e meno soggetta a deformazione. Dopo l’intervento, viene apposta una speciale lente a contatto che protegge l’occhio fino al riformarsi dell’epitelio. In questa fase occorrono particolari attenzioni nella cura dell’occhio: se l’epitelio non dovesse rigenerarsi correttamente, infatti, si creerebbero ulteriori problemi visivi.

Nuova cura per il cheratocono

Tutte queste tecniche sono attualmente usate e ritenute valide ma presentano una serie di aspetti che vanno ponderati con attenzione prima di decidere di sottoporvisi, ovvero:

  • Sono procedure chirurgiche invasive (prevedono l’utilizzo di ferri e taglienti)
  • Comportano alcuni rischi (come ogni intervento chirurgico)
  • Richiedono particolari attenzioni nel post-operatorio
  • Hanno tempi lunghi di esecuzione

Da alcuni anni esiste però anche un trattamento d’avanguardia, del tutto non invasivo e di comprovata efficacia, che offre anche un’ulteriore serie di vantaggi: il Cross Linking Osmotico Transepiteliale Accelerato.

Si tratta di un’evoluzione della tecnica Cross Linking sviluppata e brevettata dal dottor Roberto Pinelli, fondatore dell’istituto oftalmologico SERI Lugano, per rallentare o bloccare il cheratocono secondo il principio filosofico del massimo rispetto per il sistema visivo del paziente e per la sua fisiologia naturale.

Cross Linking Osmotico Transepiteliale Accelerato: il nuovo metodo non invasivo per bloccare il cheratocono

Il Cross Linking Osmotico Transepiteliale Accelerato si distingue dal Cross Linking tradizionale “Epi-off” in quanto non prevede l’eliminazione manuale dell’epitelio corneale (1)(2)(3)(4). Questo significa che il trattamento è del tutto non invasivo: non vengono infatti utilizzati né ferri chirurgici né lame.

Un apposito collirio, brevettato dal dottor Pinelli con il nome ParaCel®, consente il passaggio della riboflavina attraverso l’epitelio ancora intatto, grazie al fenomeno fisico-chimico dell’osmosi (5)(6)(7)(8)(9)(10). Per questo motivo la tecnica è chiamata “trans-epiteliale”, ossia “attraverso l’epitelio” (11)(12)(13)(14)(15)(16)(17)(18)(19). Il Cross Linking Osmotico Transepiteliale Accelerato si struttura quindi in sole due fasi:

  1. Sulla superficie di ciascun occhio affetto da cheratocono viene instillato il collirio ParaCel®, il cui potere osmotico veicola la riboflavina dentro la cornea.
  2. Ciascun occhio viene esposto all’azione di raggi UV-A per 3 minuti (anziché 30 minuti come nella tecnica tradizionale). La sinergia tra la luce ultravioletta UV-A e la riboflavina genera nuovi legami di collagene all’interno della cornea, fortificandola e contrastando l’azione deformante del cheratocono, che risulta così, a seconda dei casi, rallentato o bloccato.

È bene ribadire che nessuna tecnica fa regredire o guarire il cheratocono: lo scopo di ogni trattamento è infatti quello di rallentarne o fermarne l’evoluzione, evitando il peggioramento della vista e diminuendo al massimo il rischio di dover ricorrere al trapianto di cornea.

Vantaggi della tecnica non invasiva per bloccare il cheratocono

Il Cross Linking Osmotico Transepiteliale Accelerato offre una serie di notevoli vantaggi rispetto a qualunque altra tecnica per bloccare il cheratocono:

  • Possibilità di essere ripetuto più volte nel tempo
  • Maggior comfort durante e dopo il trattamento (recupero post-operatorio più veloce)
  • Nessuna invasività
  • Maggior sicurezza dovuta alla conservazione dell’epitelio (che non viene rimosso né toccato)
  • Trattamento del tutto indolore
  • Rapidità della procedura che avviene in regime ambulatoriale
  • Possibilità di riprendere in tempi brevi le normali attività quotidiane
  • Scongiura il rischio di inconvenienti post-operatori legati all’imperfetta rigenerazione dell’epitelio corneale (che infatti non viene rimosso)

Lo stesso tipo di approccio non invasivo del Cross Linking Osmotico Transepiteliale Accelerato caratterizza anche gli altri trattamenti offerti da SERI Lugano, come quelli di chirurgia refrattiva.

La luce viene intesa in SERI Lugano come principale agente del miglioramento delle condizioni oculari del paziente, e non solo. Studi scientifici del dottor Pinelli (1)(2)(3), comprovati a livello internazionale, hanno evidenziato infatti come la carezza intangibile dei fotoni (i corpuscoli di cui è composta la luce) portino benessere non solo all’occhio, portale d’ingresso dei raggi luminosi, ma anche, attraverso di esso, a tutto il resto del corpo.

Prendersi cura dei propri occhi con trattamenti a base di luce contribuisce quindi anche a ottenere un importantissimo vantaggio aggiuntivo: riequilibrare lo stato di salute generale dell’organismo.

Questo accade perché i raggi UV-A, presenti anche nella luce solare, se opportunamente calibrati non risultano nocivi, bensì curativi. Ciò avviene in quanto i fotoni che compongono i fasci luminosi che penetrano nell’occhio possono entrare in sintonia con i bio-fotoni, microparticelle luminose presenti naturalmente nel corpo umano. L’incontro tra i due tipi di corpuscoli di luce, esterni e interni, genera una sorta di “dialogo” che porta a un riequilibrio dell’intero organismo.

Le ricerche scientifiche più attuali hanno così confermato quanto già teorizzato da numerose tradizioni terapeutiche antiche, che identificavano nella luce il principale strumento di salute e di “elevazione” dell’uomo.

Ti è stato diagnosticato il cheratocono o ti sembra di avvertirne i sintomi? Contattaci: ti aiuteremo a trattarlo nel modo più efficace, rapido e meno invasivo

Referenze

(1) Pinelli R., Mometto C. “Corneal epithelium: should it stay or should it go?” Ophthalmology Times Europe, 2007 (2) Pinelli R., El Beltagi T. “C3-R: the present and the future. You can leave the epithelium intact.” Ophthalmology Times Europe, 2008

(3) Pinelli R. “C3R with or without the epithelization.” Ophthalmology World Report, 2008

(4) Pinelli R., “BAK: a better alternative to epithelium removal in cross linking”. Ophthalmology Times Europe, 2009; (5) Pinelli R. “Corneal collagen cross-linking with riboflavin (C3-R) treatment opens new frontiers for keratoconus and corneal ectasia”. Eyeworld, 2007 (6) Pinelli R., “C3-Riboflavin for the treatment of keratoconus.” Cataract & Refractive Surgery Today Europe, Volume 1, No. 4, 2006

(5) Pinelli R., “Corneal collagen cross-linking with riboflavin (C3-R) treatment opens new frontiers for keratoconus and corneal ectasia”. Eyeworld, 2007

(6) Pinelli R. “C3-Riboflavin for the treatment of keratoconus.” Cataract & Refractive Surgery Today Europe, volume 1, n.4, 2006

(7) Pinelli R. “Corneal Cross-Linking with riboflavin: entering a new era in ophthalmology.” Ophthalmology Times Europe, 2007

(8) Pinelli R. et al. “C3-Riboflavin Treatments: Where Did We Come From? Where Are We Now?” Cataract & Refractive Surgery Today Europe, 2007

(9) Pinelli R. “C3-Riboflavin for the Treatments of Keratoconus.” Cataract & Refractive Surgery Today Europe, 2008

(10) Raiskup F., Pinelli R., Spoerl E. “Riboflavin Osmolar Modification for Transepithelial Corneal Cross-Linking”. Current Eye Research, 2012, Vol. 37, No. 3, pagg. 234-238;

(11) Garg A., Alio J.L., Lin J.T., Goes F., Rapuano C., Bovet J.J., Kanellopoulos A.J., Pinelli R., et al. “Mastering Advanced Surface Ablation Techniques”, capitolo 53: “Transepithelial Cross-Linking for the treatment of Keratoconus.” Jaypee Brothers Medical Publishers Ltd., 2008

(12) Boxer Wachler B.S., Pinelli R., Ertan A., Chan C.C.K., “Safety and efficacy of transepithelial crosslinking (C3-R/CXL)”. Journal of Cataract and Refractive Surgery, 2010;

(13) Garg A., Alio JL, Surgical Techniques in Ophthalmology Corneal Surgery, Pinelli R., capitolo 52: “Transepithelial Cross-linking for the Treatment of Keratoconus”, in Jaypee Highlights Medical Publishers, Inc. 2010;

(14) Pinelli R., Amin Z. Y., “Transepithelial high fluence crosslinking for Keratoconus- Case Reports of 1-Year Follow-up”. European Ophthalmic Review, 2015;9(1):21–2

(15) Al Marzouky M.M., El-Shawaf H., Pinelli R., “Tensioactive-mediated Transepithelial Corneal Cross-linking – First Laboratory Report”. European Ophthalmic Review, 2009;

(16) Garg A., Rosen E., Goes F., Bovet J., Pajic B., Wang Y., Nassaralla B., Instant Clinical Diagnosis in Ophthalmology-Refractive Surgery, Pinelli R., capitolo 30: “Transepithelial Cross-linking for the Treatment of Keratoconus”, in Jaypee Brothers Medical Publishers Ltd., 2009;

(17) Pinelli R., El Beltagi T., Leccisotti A. “Update of Corneal Crosslinking.” Cataract & Refractive Surgery Today Europe, 2008

(18) Garg A., Mastering Corneal Collagen Cross Linking Techniques (C3-R/CCL/CxL), Pinelli R. capitolo 8: “Indications and Contra indications of crosslinking” capitolo: 15 “Transepithelial Cross-Linking for the Treatment of Keratoconus concepts”, in Jaypee Brothers Medical Publishers Ltd., 2009;

(19) Pinelli R., Leccisotti A., “Keratoconus Surgery and Cross-linking”. Jaypee Brothers Medical Publishers Ltd, 2009;