Il foro maculare: una nuova soluzione d’avanguardia

17 Aprile 2023

Con l’avanzare dell’età aumenta la possibilità di sentirsi diagnosticare un problema alla vista conosciuto come “foro maculare”. I sintomi possono comprendere un leggero offuscamento delle immagini, la distorsione degli oggetti osservati e perfino, nei casi più gravi, la percezione soggettiva di un “buco” nero al centro del campo visivo di uno dei due occhi.

Fino a poco tempo fa l’unica soluzione era l’intervento chirurgico. Oggi si può contare anche su una valida terapia non invasiva che offre, in più, una serie di vantaggi collaterali. Per meglio capire in cosa consiste, è bene conoscere prima la natura e la genesi del foro maculare.

Che cos’è il foro maculare?

Il foro maculare è una lesione della macula, la parte centrale della retina, deputata alla visione distinta dei dettagli, dei piccoli oggetti e della lettura.

Questo tipo di lesione si genera a causa di un trauma oppure dell’invecchiamento del corpo vitreo (la sfera di acqua e fibre di collagene, ancorata alla retina, che conferisce al bulbo oculare la sua forma). Quando il corpo vitreo perde la sua naturale elasticità, la retina subisce una trazione di tipo meccanico che può portare all’insorgere di diverse patologie.

Il foro maculare è a tutti gli effetti un “buco”, sia anatomico, in quanto dovuto a un microscopico strappo della macula, sia visivo, dato che provoca la perdita di una porzione di vista.

Foro maculare e intervento chirurgico

Finora l’unico modo di trattare il foro maculare è stata la vitrectomia, intervento chirurgico con cui si rimuove il corpo vitreo e lo si soppianta con una miscela di gas. Questa miscela genera un effetto tampone aiutando i due lembi della retina ad aderire di nuovo tra loro. Con il passare del tempo, l’organismo assorbe il gas e lo sostituisce con nuovo umore acqueo.

Il foro maculare post intervento

Dopo la vitrectomia è necessario che il paziente assuma una posizione prona per diverse ore al giorno per alcuni giorni affinché l’esito sia il migliore possibile. Il foro anatomico risulterà richiuso nella maggior parte dei casi ma la funzionalità visiva raramente verrà recuperata al 100%.

Grazie però alla capacità di compensazione del cervello, i fotorecettori presenti lungo il perimetro del foro richiuso saranno stimolati a sostituire quelli danneggiati. Questo consente di bilanciare in gran parte la mancanza di campo visivo.

La nuova terapia non invasiva per il foro maculare

Oggi esiste un approccio d’avanguardia al foro maculare, del tutto non invasivo, indolore e che non prevede convalescenza. Si chiama Advanced Lugano Protocol e consiste nella somministrazione al paziente di una combinazione di tre agenti terapeutici:

  1. Luce (fotobiomodulazione)
  2. Suono
  3. Nutraceutica

Questo trattamento innovativo consente di ottenere risultati eccellenti sull’anatomia retinica interessata dal foro maculare. Lo ha dimostrato uno studio scientifico(1) pubblicato nel 2022 dal dottor Roberto Pinelli, fondatore dello Switzerland Eye Research Institute (SERI) Lugano.

Numerosi studi pregressi(2)(3) avevano già dimostrato i benefici della fotobiomodulazione (irradiazione luminosa rossa e infrarossa) nel trattamento delle patologie retiniche e della degenerazione maculare secca legata all’età (AMD). Benefici che sono stati riscontrati in misura ancora maggiore se all’irraggiamento di luce si associa l’assunzione di nutraceutici.

Nuove evidenze scientifiche(4)(5)(6) hanno ormai confermato che anche l’utilizzo di specifiche lunghezze d’onda sonore consente di ottenere la riparazione dei tessuti cellulari. Ciò si verifica in quanto il suono attiva l’autofagia delle cellule, ossia il processo biologico mediante il quale avvengono il degrado e il riciclo delle componenti cellulari danneggiate o malfunzionanti.

Come si cura il foro maculare?

Come visto, l’Advanced Lugano Protocol prevede quindi un approccio contemporaneo su tre fronti per stimolare e migliorare l’autofagia cellulare retinica, attraverso, rispettivamente:

  • La fotobiomodulazione. Grazie all’irraggiamento di una frequenza prestabilita di luce all’interno dell’occhio, del tutto indolore (e anzi descritta come piacevole da alcuni pazienti), si riattiva la respirazione mitocondriale delle cellule. Questo stimola la proliferazione cellulare e la citoprotezione, ovvero la capacità di difesa delle cellule stesse.
  • La frequenza sonora pulsatile. La terapia acustica si è dimostrata in grado di coadiuvare gli effetti della fotobiomodulazione, promuovendo una sovraregolazione dell’autofagia cellulare che, a sua volta, stimola le cellule staminali.

L’efficacia del trattamento è stata riscontrata anche nel recupero dal danno neuronale di tipo traumatico. Oltre alla guarigione strutturale della retina sono stati registrati anche un notevole miglioramento dell’acuità visiva e la scomparsa della metamorfopsia (visione deformata degli oggetti).

Advanced Lugano Protocol: benefici e vantaggi

I vantaggi specifici di questo tipo di trattamento sono molteplici. Ecco i principali:

  • È un trattamento non chirurgico, quindi non invasivo.
  • È del tutto indolore.
  • Non prevede ricovero né convalescenza.
  • Consente di dare beneficio non solo all’occhio ma anche all’intero organismo.

Quest’ultimo aspetto, ovvero il beneficio olistico, rispecchia la filosofia del dottor Pinelli e di SERI Lugano: proporre un tipo di medicina rispettosa dell’essere umano, dei suoi cicli e dei suoi meccanismi biologici, che non si concentra sulla malattia e sulla disfunzione ma sulla salute e sulla condizione di equilibrio dell’intero organismo.

Del resto, anche le ultime scoperte in campo scientifico avvalorano sempre più l’efficacia di un approccio naturale alle diverse patologie, dando riscontro concreto a quanto teorizzato anche dai grandi filosofi del passato.

In particolare l’unità di luce e suono è da sempre stata considerata in molte culture e tradizioni un potente mezzo di guarigione. In effetti, se consideriamo il corpo umano come un sistema di proporzioni numeriche, ecco che le relazioni tra i singoli elementi che lo compongono, ovvero gli organi o le cellule, possono essere espresse non solo in forme ma anche in vibrazioni. Infatti, come Pitagora osservò per primo, l’altezza di una nota varia in funzione della lunghezza della corda che la produce. Ecco perché gli antichi avevano intuito che far vibrare un corpo con la giusta frequenza sonora poteva restituirgli armonia e quindi salute.

Come dimostrato scientificamente anche dagli ultimi studi accademici, luce, suono e nutraceutica naturale derivata dalle piante rappresentano quindi un’efficace triade terapeutica per ripristinare non solo lesioni retiniche come il foro maculare, ma anche la funzionalità armonica dell’intero organismo.

Accanto a interventi chirurgici come la vitrectomia, la cui validità rimane sempre accertata, si profilano dunque adesso, grazie a SERI Lugano, anche nuovi orizzonti nella rigenerazione cellulare e nella ricostruzione tissutale tramite mezzi non invasivi.

Chi si trova oggi a soffrire di foro maculare ha perciò a disposizione la grande opportunità di beneficiare di un nuovo tipo di approccio davvero avanguardistico. Un approccio destinato ad avere una diffusione e uno sviluppo sempre maggiori in futuro, come confermato dalle importanti validazioni scientifiche.

Ti è stato diagnosticato un foro maculare o ti sembra di avvertirne i sintomi? Prendi contatto con il nostro istituto: ti aiuteremo a capire come procedere per trattare nel modo più efficace il tuo problema.

Referenze

(1) Pinelli R, Berti C, Scaffidi E, et al. Combined pulses of light and sound in the retina with nutraceuticals may enhance the recovery of foveal holes. Arch Ital Biol. 2022;160(1-2):1-19. doi:10.12871/000398292022121
(2) Pinelli R, Bertelli M, Scaffidi E, et al. Nutraceuticals for dry age-related macular degeneration: a case report based on novel pathogenic and morphological insights. Arch Ital Biol. 2020;158(1):24-34. doi:10.12871/00039829202013
(3) Pinelli R, Bertelli M, Scaffidi E. The first clinical case of dry age-related macular degeneration treated with photobiomodulation and nutraceuticals: a protocol proposal. CellR4. 2020;8:e2833
(4) Zhou HY, Li Q, Wang JX, et al. Low-intensity pulsed ultrasound repair in mandibular condylar cartilage injury rabbit model. Arch Oral Biol. 2019;104:60-66. doi:10.1016/j.archoralbio.2019.05.018
(5) Xia P, Wang Q, Song J, et al. Low-intensity pulsed ultrasound enhances the efficacy of bone marrow-derived MSCs in osteoarthritis cartilage repair by regulating autophagy-mediated exosome release. Cartilage. 2022;13(2):19476035221093060. doi:10.1177/19476035221093060
(6) Wang X, Lin Q, Zhang T, et al. Low-intensity pulsed ultrasound promotes chondrogenesis of mesenchymal stem cells via regulation of autophagy. Stem Cell Res Ther. 2019;10(1):41. doi:10.1186/s13287-019-1142-z