Fototerapia e fotobiomodulazione: curarsi con la luce

18 Luglio 2023

Siamo nati per vivere e agire in un ambiente illuminato dai raggi solari, come dimostrato anche dai nostri occhi, strutturati per vedere al meglio di giorno. Per questo, in aiuto di chi ricerca il benessere psico-fisico nonché una cura per particolari patologie oculistiche, sono nati negli anni trattamenti a base di pura luce, chiamati fototerapia e fotobiomodulazione.

Gli effetti positivi di queste terapie sul nostro organismo partono dall’assunto che la medicina più potente a disposizione dell’uomo è la luce naturale, ossia quella del sole. La frequente mancanza di connessione con l’energia benefica della luce ambientale, tipica del mondo moderno, è stata infatti identificata nel corso dell’ultimo secolo come causa di diversi disturbi nella popolazione.

Fototerapia e fotobiomodulazione
Fototerapia e fotobiomodulazione

Per fare un esempio, chi lavora e vive abitualmente in luoghi illuminati artificialmente, per riprodurre condizioni di luce funzionali alla propria salute dovrebbe utilizzare fonti luminose con un’intensità di almeno 5000 LUX, prodotta da luci “full spectrum” dotate di componenti UVA e UVB bilanciate.

Questo accorgimento non è ovviamente sempre attuabile, motivo per cui, in certi casi, si suggerisce di ricorrere alla cosiddetta fototerapia.

Che cos’è la fototerapia?

Da molti decenni è stato codificato un protocollo terapeutico chiamato “fototerapia”, ovvero “terapia della luce”, che prevede l’esposizione del soggetto a due possibili fonti di luce:

  • luce solare naturale (elioterapia)
  • luce ultravioletta all’interno di una cabina luminosa (“light box”), con un’intensità minima di 2500 LUX (circa la stessa di una giornata di sole)

La fototerapia è considerata adatta soprattutto a pazienti che non rispondono positivamente a trattamenti farmacologici ed è utilizzata con successo nella cura di moltissime patologie, sia di natura prettamente fisica sia psicologica, quali:

  • disturbi dermatologici (psoriasi, acne, eczema, ecc.)
  • disturbi del sonno (alterazioni del ritmo circadiano, insonnia, ecc.)
  • disturbo affettivo stagionale (SAD)
  • disturbi depressivi unipolari e bipolari
  • alterazioni dei sistemi di regolazione della serotonina, dopamina o noradrenalina
  • sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD)
  • demenza
  • psoriasi
  • ittero neonatale
  • disturbo disforico mestruale (DDPM)
  • disturbi del comportamento alimentare (come la bulimia nervosa)

I risultati entusiasmanti ottenuti dimostrano il potere benefico della luce, rivelando le sue inaspettate e ancora in gran parte sconosciute connessioni con i meccanismi biologici del nostro organismo e i suoi cicli naturali.

Come funziona la fototerapia?

I benefici effetti dell’irraggiamento di luce solare furono teorizzati per la prima volta già alla fine del XIX secolo, quando un medico faroese, Niels Finsen, li studiò in relazione a lesioni cutanee provocate da patologie quali il vaiolo. I risultati delle sue ricerche gli valsero, nel 1903, il Premio Nobel per la medicina.

Oggi si sa che sono soprattutto il sistema nervoso e quello endocrino a ricevere dalla luce stimoli preziosi che ne regolano il corretto funzionamento. Questi stimoli raggiungono determinate regioni del cervello, come l’ipotalamo (che regola la produzione di serotonina e cortisolo) e l’epifisi (che regola la produzione di melatonina).

Tramite la corretta stimolazione luminosa, il sistema neuroendocrino mantiene così la propria ciclicità, necessaria a mantenersi in salute.

Anche per quanto riguarda i benefici che la luce può dare all’apparato visivo è avvenuta una vera e propria rivoluzione dal punto di vista accademico: mentre la medicina classica e moderna ha sempre considerato i raggi ultravioletti come nemici dell’uomo, i più recenti studi ne hanno confermato non solo l’efficacia ma anche la sicurezza nei trattamenti oftalmologici, a patto che gli UVA siano utilizzati in condizioni precise.

I raggi UVA fanno male agli occhi?

È ormai dimostrato che, se opportunamente calibrati, i raggi ultravioletti (gli stessi della luce solare) non solo non sono nocivi ma, al contrario, sono in grado di fortificare le strutture cellulari dell’apparato oculare, a beneficio degli occhi e della loro capacità visiva. (1)

I corretti parametri di raggi ultravioletti, testati e confermati come funzionali a livello oculistico, sono:

  • esposizione a una potenza di 30 mW/cm2
  • lunghezza d’onda di 365 nm di UVA
  • tempo di esposizione sulla cornea di 2 minuti e 40 secondi

In ambito clinico, il dottor Roberto Pinelli (fondatore dell’istituto oftalmologico SERI Lugano) ha sviluppato una variante del procedimento terapeutico chiamato Cross Linking Corneale, basato sull’irraggiamento luminoso degli occhi a scopo terapeutico.

Questo nuovo trattamento, chiamato Cross Linking Corneale Transepiteliale Osmotico, risulta estremamente efficace grazie ai raggi UVA e all’utilizzo dello speciale collirio osmotico Paracel®, con cui la cornea viene imbevuta di riboflavina durante la procedura. (2)

Il Cross Linking Corneale Transepiteliale Accelerato è a base di luce purissima (laser), è del tutto non invasivo (non prevede infatti l’utilizzo di alcun ferro chirurgico) ed è in grado di:

Fototerapia e fotobiomodulazione: benefici per l’intero organismo

Le più recenti evidenze scientifiche rivelano anche che gli effetti benefici dell’irraggiamento luminoso non si fermano all’apparato visivo: l’occhio infatti funge per la luce anche come portale di accesso per il resto dell’organismo.

Il dottor Roberto Pinelli, nel suo libro “In viaggio con la luce – L’avventura del chirurgo che lavora con i fotoni” (Mind Edizioni, 2017), riporta che l’esposizione ai raggi ultravioletti con riboflavina consente alle particelle di luce (i fotoni) di entrare nell’occhio e, da lì, di portare beneficio al resto del corpo attraverso il sistema nervoso.

Ciò conferma quanto teorizzato dal fisico quantistico tedesco Fritz Albert Popp negli anni Settanta del secolo scorso, ossia che tutte le cellule del nostro organismo emettono corpuscoli luminosi a bassa potenza chiamati biofotoni: proprio nell’incontro armonico tra i fotoni in entrata e i biofotoni organici si trova l’origine del ritrovato benessere prodotto dalla luce sul nostro organismo.

Ogni cellula, quindi, comunica con le altre attraverso un messaggio bio-fotonico e questo fa sì che il beneficio indotto dalla luce a livello degli occhi venga trasmesso a catena in tutto l’organismo, restituendogli un nuovo equilibrio benefico.

Questi riscontri sembrano suggerire che la luce potrebbe essere il codice, il linguaggio primordiale in base al quale è costruita l’architettura del nostro corpo: una prospettiva di frontiera, suggestiva e affascinante, destinata in futuro a essere ancora oggetto delle ricerche del dottor Pinelli e di altri studiosi.

Dalla fototerapia alla fotobiomodulazione: vantaggi per patologie oculari ed equilibrio psico-fisico

Un ulteriore passo avanti nell’utilizzo della luce come mezzo terapeutico è costituito dalla fotobiomodulazione.

In questo caso il trattamento è costituito da un irraggiamento di luce rossa e infrarossa che, a una frequenza prestabilita, risulta in grado di riattivare la respirazione mitocondriale delle cellule. Questo stimola la proliferazione cellulare e la citoprotezione, ovvero la capacità di difesa delle cellule stesse, ricreando condizioni ottimali di salute e benessere (3).

La fotobiomodulazione, del tutto indolore e non invasiva, ha trovato ormai da tempo diverse applicazioni in medicina, quali:

  • dolori articolari
  • lesioni tendinee
  • patologie muscolari
  • cicatrici cutanee
  • ferite persistenti

Il campo però in cui ha rivelato di offrire i risultati più sorprendenti è l’oftalmologia, dove viene usata, in particolare, per la cura di specifiche patologie della macula (la parte centrale della retina, deputata alla distinzione dei dettagli), quali:

La luce, quindi, soprattutto se affiancata a una corretta nutraceutica (5) e, nel caso del foro maculare, da onde sonore pulsatili a una precisa frequenza (6), si riconferma un agente terapeutico dalle straordinarie proprietà.

Il miglioramento delle condizioni riferito dai pazienti in questi casi non si limita inoltre al solo organo bersaglio, ossia l’occhio, ma si estende anche allo stato psico-fisico dell’intero corpo. Questo trova spiegazione nel fatto che i fotoni agiscono anche a livello periferico, producendo sostanze chimiche, enzimi e ormoni che regolano ogni organo dotato di bio-luminescenza propria.

Ancora una volta, la luce si rivela quindi una sorta di allineatore “intelligente” dei meccanismi biologici e neurologici, una forza in grado di portare ordine e quindi energia all’interno della complessità dell’organismo.

Ti è stata diagnosticata una patologia maculare o sei interessato a un trattamento di fotobiomodulazione? Contattaci: ti forniremo tutte le informazioni che ti occorrono!

Referenze

(1) Pinelli R., “Corneal cross-linking with riboflavin: entering a new era in ophthalmology”. Ophthalmology Times Europe, September 2006

(2) Raiskup F., Pinelli R., Spoerl E. “Riboflavin Osmolar Modification for Transepithelial Corneal Cross-Linking”. Current Eye Research, March 2012

(3) Pinelli R. et al. Autophagy activation promoted by pulses of light and phytochemicals counteracting oxidative stress during age-related macular degeneration InternaJonal Journals of Molecular Sciences, 2023

(4) Pinelli R., Bertelli M., Scaffidi E., “Photobiomodulation shows the power of light. Study results demonstrate effectiveness in treating dry age-related macular degeneration” Ophtalmology Times Europe, August 2020

(5) Pinelli R, Bertelli M, Scaffidi E. The first clinical case of dry age-related macular degeneration treated with photobiomodulation and nutraceuticals: a protocol proposal. CellR4. 2020

(6) Pinelli R, Berti C, Scaffidi E, et al. Combined pulses of light and sound in the retina with nutraceuticals may enhance the recovery of foveal holes. Arch Ital Biol. 2022